LE REALI CONSEGUENZE DELL’AUSTERITA’

Il Presidente della BCE Jean-Claude Trichet dichiara che gli interventi monetari in difesa dell’Italia e degli altri paesi sottoposti ad attacchi speculativi sono soltanto “temporanei”. Per Trichet l’unico modo per ripristinare “la fiducia dei mercati” consiste nell’attuare politiche di austerità che consentano di abbattere il deficit pubblico fino al pareggio di bilancio. Il governo Berlusconi recepisce l’indicazione e porta in Parlamento un’altra manovra draconiana, che assieme alla precedente in due anni determinerà quasi 60 miliardi complessivi di minori spese e di maggiori entrate, derivanti tra l’altro dai ticket sanitari e dall’aumento dell’IVA. Ma è davvero questa la strada giusta per garantire il rimborso dei debiti e per uscire dalla crisi? In realtà le evidenze storiche segnalano che le politiche di austerità non frenano la speculazione ma rischiano addirittura di alimentarla. Se la Banca centrale, le istituzioni europee e i governi nazionali intendono scongiurare il pericolo di una nuova crisi, occorre che si impegnino ad attivare un “motore interno” dello sviluppo economico europeo, fondato su programmi di investimento pubblici finanziati dalla politica monetaria. Una intervista di Alessandro Marenzi all’economista Emiliano Brancaccio.

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