Mentre gli ultimi liberisti ormai si incartano mani e piedi, le amare previsioni sulla crisi avanzate due anni fa nella “Lettera degli economisti” e poi nel libro “L’austerità è di destra. E sta distruggendo l’Europa” trovano ulteriori conferme. Oggi lo spread BTP-Bund è a 490… e in effetti potrebbe andar peggio:
Intanto, però, immemore della lezione di Keynes, l’OECD capitanata da Pier Carlo Padoan continua a invocare una pericolosissima deflazione dei salari nei paesi periferici illudendosi così di poter correggere gli squilibri dell’Eurozona.
Invece, dopo averla in un primo momento considerata “populista”, Giorgio Barba Navaretti sembra ravvedersi e convergere sulla nostra tesi: se si vuol davvero contribuire a salvare la zona euro, la Germania dovrebbe innanzitutto cominciare a generare al suo interno una significativa reflazione dei salari. Tale cambiamento di opinione è positivo. Tuttavia, caro Barba, anziché elemosinare la reflazione, bisognerebbe introdurre dei meccanismi che la impongano ai paesi in surplus verso l’estero, come ad esempio lo “standard retributivo europeo” (International Journal of Political Economy 2012, vol. 41, 1).
Infine, uno dei problemi che potrebbe porsi adesso è il seguente: come potranno le banche europee continuare a invocare autonomia imprenditoriale da un lato e chiedere ingenti risorse pubbliche e massicce politiche di sostegno per il loro salvataggio dall’altro? Ieri il governatore di Bankitalia Ignazio Visco sembra avere accentuato questa contraddizione, anziché tentare di risolverla.