Neither liberalism nor protectionism: it’s time for the “social standard”

il manifesto – global edition, 18 April 2025

by Emiliano Brancaccio


   

Protectionism and liberalism are just two faces of capital, desperate and ferocious, grappling with the great crisis of the American-led world order. For those of us who want to represent the demands of labor, the environment and collective health, the problem before us is to seek another compass entirely to navigate the tremendous global storm we are facing.

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Competition, experiments and price theory. On a controversial return to the classical economists

European Journal of the History of Economic Thought, April 2025

Competition, experiments and price theory. On a controversial return to the classical economists

by Emiliano Brancaccio and Paolo Trabucchi

 

The paper discusses the call by Sabiou Inoua and Nobel laureate Vernon Smith for a return to Adam Smith based on what “experimental economics” would have in common with the approach of the classical economists. The aim of the two authors is to provide an alternative to the neoclassical approach, both as a general theory of prices and, more specifically, as an account of the working of competition. Such an authoritative call for a theoretical breakthrough is undoubtedly welcome news to all advocates of a comparative approach among alternative research programmes in economic theory. We argue, however, that Inoua and Smith fail in their aim, showing in particular that the major shortcomings of their approach ultimately derive from the rejection of Adam Smith’s distinction between “market prices” and “natural prices.”

This paper is inspired by a discussion of one of the authors with Vernon Smith in the DySES conference, NEOMA Business School, Rouen, France, on 5 October 2022 (Brancaccio 2023) and a subsequent exchange of correspondence with Sabiou Inoua and Vernon Smith. We are grateful to Sabiou Inoua, Vernon Smith and all the workshop participants at the DySES conference for all their helpful comments. We also thank two anonymous reviewers of this journal for their helpful comments. The usual disclaimers apply.

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Brancaccio a Presa Diretta: “uno ‘standard’ si costruisce volta per volta con chi è d’accordo. Chi si chiama fuori deve subire sanzioni e restrizioni, anche se si tratta degli Stati Uniti d’America”

Presa Diretta – Rai Tre, 13 aprile 2025

 

“..Centralizzazione dei capitali in sempre meno mani significa pure che pochi giganti capitalisti ormai piegano i governi e i parlamenti al loro interessi e così suonano la campana a morto del processo democratico. E’ accaduto, per esempio, quando questi giganti hanno imposto che dei veri e propri paradisi fiscali si insediassero dentro l’Unione europea. E non si tratta solo dell’Irlanda. Non dimentichiamo che anche da noi esiste una tassa piatta per quei ricchi che spostano la residenza fiscale in Italia. Questo significa che anche l’Italia sta imparando a diventare paradiso fiscale, come in un grande dumping, un grande gioco a chi ribassa più degli altri. E allora qui torniamo all’urgenza di uno “standard sociale sui movimenti di merci e di capitali”. Uno standard che imponga sanzioni e restrizioni contro chi faccia dumping, salariale o fiscale che sia. Chiaramente, la difficoltà di costruzione di uno “standard” sta nel fatto che ci sono sempre dei paesi che si chiamano fuori. Per esempio, oggi gli Stati Uniti si chiamano fuori da qualsiasi soluzione fiscale coordinata. Ebbene, in tal caso la risposta politica deve essere netta: uno “standard sociale” si costruisce volta per volta con i paesi che ci stanno. E quelli che si chiamano fuori devono subire sanzioni e restrizioni, anche se si tratta degli Stati Uniti d’America. Un compito immane, lo sappiamo, ma per un obiettivo vitale: qui si tratta di salvare quel che oggi resta del processo democratico..” (Emiliano Brancaccio)

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Né con il liberismo né col protezionismo: un “social standard”

il manifesto, 13 aprile 2025

“..Diventa a questo punto evidente l’inconsistenza del dibattito tra alfieri delle barriere agli scambi e paladini della libertà dei commerci. Protezionismo e liberismo sono solo due facce del capitale, disperate e feroci, alle prese con la grande crisi dell’ordine mondiale a guida americana.

Per chi intenda rappresentare le istanze del lavoro, dell’ambiente e della salute collettiva, il problema che allora si pone è cercare una bussola alternativa di navigazione nella tremenda tempesta globale in atto..”

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Brancaccio: “Spiegare agli americani che il tempo del ‘privilegio esorbitante’ del dollaro volge al tramonto”

Porta a Porta, 9 aprile 2025

 

“Tenendo al guinzaglio la domanda di merci e quindi anche le importazioni, l’UE ha dato il suo contributo agli squilibri mondiali nei rapporti di debito e credito. Se dunque si presenta al tavolo delle trattative ammettendo la propria parte di responsabilità, l’UE diventa più credibile”.

“E noi abbiamo bisogno di credibilità per un motivo, Vespa. Noi dovremmo prenderci l’incarico di spiegare amabilmente agli amici americani un fatto un po’ doloroso, per loro: che il tempo di quello che Giscard d’Estaing definiva ‘l’esorbitante privilegio del dollaro’ probabilmente sta volgendo al tramonto. E quel tramonto bisognerebbe gestirlo tutti insieme appassionatamente: americani, europei e cinesi. Altrimenti rischiamo di risolverla à la Hobbes, à la ‘homo homini lupus’, come purtroppo già è accaduto nella storia”.

“Un cenno anche su Baldassarri: il professor Baldassarri ha ragione, il protezionismo fa male. Tuttavia, dato che il liberoscambismo ha contribuito al grande squilibrio internazionale, allora forse nemmeno quello è la soluzione poiché è parte del problema”.

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