PARLIAMO DI MOBILITA’ DEI CAPITALI?

4 febbraio 2016 – Tutta la città ne parla, Radio 3 – Alcuni economisti ritengono che l’adesione al processo di unificazione europea abbia determinato benefici netti per l’Italia in termini di disoccupazione, tassi d’interesse e debito pubblico. In realtà i dati storici sulla disoccupazione rivelano uno scenario diverso e quanto meno decisamente più complesso. Riguardo poi ai tassi d’interesse e al debito pubblico, bisognerebbe ricordare che l’andamento dei primi dovrebbe esser sempre rapportato all’andamento dei tassi di crescita nominale e che la dinamica del secondo ebbe un’accelerazione anche a seguito della adesione dell’Italia allo SME e del connesso “divorzio” tra Bankitalia e Tesoro. Il tema della crisi dell’integrazione europea, comunque, non può essere ridotto a una mera scelta tra cambi fissi e cambi flessibili. Più urgente sarebbe l’apertura di una discussione sulla questione cruciale degli effetti della indiscriminata mobilità internazionale dei capitali, che persino il FMI oggi ritiene essere un fattore di elevata instabilità macroeconomica. Frammenti di un dibattito fra Thierry Vissol (Commissione UE), Emiliano Brancaccio (Università del Sannio), Vera Zamagni (Università di Bologna), Gianni Toniolo (Università di Roma ‘Tor Vergata’) .