l’Espresso, 24 giugno 2016
Pezzi rilevanti della società britannica, rappresentativi dell’industria del Nord e non solo, hanno scelto di andare contro la City di Londra aderendo alla campagna per l’uscita dall’UE. Se ci saranno forti ripercussioni sul settore bancario, la situazione potrebbe precipitare anche nei rapporti interni all’eurozona. E su Corbyn e la sinistra favorevole al remain: “temo che gli eredi della tradizione del movimento operaio non ci stiano capendo molto di questa fase storica”. Intervista all’economista Emiliano Brancaccio
di Luca Sappino
Sondaggi smentiti, borse in caduta libera e il premier britannico David Cameron che annuncia le dimissioni: il referendum sancisce la vittoria dei “sì” all’uscita del Regno Unito dall’Unione europea. Di questo risultato storico e delle sue possibili conseguenze parliamo con Emiliano Brancaccio, docente di Economia politica presso l’Università del Sannio e promotore del “monito degli economisti” pubblicato nel 2013 sul Financial Times, un documento che viene oggi ricordato per l’estremo scetticismo sulla tenuta del processo di unificazione europea.
Professore, i sondaggi e i mercati davano per scontata la vittoria del “no” all’uscita del Regno Unito dall’Unione europea. L’onda del Brexit invece non si è fermata. Che lezione possiamo trarre da questo esito dai più definito inatteso?
«Non era inatteso per tutti. I sondaggi, in casi simili, non aiutano. Quanto ai mercati, smettiamola di pensare che gli speculatori siano dei veggenti: come diceva il premio Nobel James Tobin, al di là di rare eccezioni di solito quelli non sanno guardare oltre i prossimi dieci minuti».
Il “leave” ha vinto anche nel collegio elettorale della deputata laburista Jo Cox, il cui omicidio si pensava avrebbe spostato consensi a favore dell’Unione…
«E’ stato un delitto atroce che ha inquinato gli ultimi giorni della campagna referendaria. Ma trovo ingenuo ritenere che il corso degli avvenimenti storici possa esser deviato da singoli episodi, per quanto efferati: la guerra dei trent’anni non fu scatenata dalla defenestrazione dei governatori imperiali, e il primo conflitto mondiale non fu certo causato da Gavrilo Princip. La verità è che la vittoria del Brexit è solo uno degli innumerevoli riflessi di una tendenza destabilizzante più profonda, di lungo periodo, nella quale i fattori economici hanno un ruolo importante» […]