Micromega online, 28 dicembre 2017
Per l’economista Emiliano Brancaccio, chi ha sostenuto le politiche “deflazioniste” di questi anni non può diffondere appelli al “voto utile” per frenare il populismo xenofobo, dato che proprio quelle politiche hanno spianato la strada all’attuale revival fascistoide.
Intervista di Giacomo Russo Spena
“Se ti dichiari antifascista, non puoi essere un ‘deflazionista’ che invoca nuove ondate di austerity e di privatizzazioni, sostiene le deregolamentazioni del lavoro e promuove la gara al ribasso dei salari e dei prezzi, perché proprio queste politiche favoriscono l’avanzata delle destre estreme”. E’ il giudizio dell’economista Emiliano Brancaccio, uno studioso che da tempo richiama l’attenzione sui fattori economici alla base del rinnovato successo dell’ultra-destra. Tra raid contro gli immigrati, assalti alle redazioni giornalistiche, svastiche di moda tra i poliziotti, e soprattutto l’ingresso di forze xenofobe nei governi di alcuni Paesi d’Europa, si discute in questi giorni del ritorno di una possibile “minaccia fascista”. Da Zizek a Chomsky, vari intellettuali sono stati interpellati per cercare di capire se questo pericolo sia concreto e quali possano essere le sue cause. Su questo Brancaccio non ha dubbi: il pericolo esiste e viene accentuato dalle politiche economiche prevalenti, alle quali egli dedica studi critici la cui rilevanza è stata riconosciuta persino da Olivier Blanchard, ex capo economista del Fondo Monetario Internazionale [….]
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