Brancaccio a Presa Diretta: “uno ‘standard’ si costruisce volta per volta con chi è d’accordo. Chi si chiama fuori deve subire sanzioni e restrizioni, anche se si tratta degli Stati Uniti d’America”

Presa Diretta – Rai Tre, 13 aprile 2025

 

“..Centralizzazione dei capitali in sempre meno mani significa pure che pochi giganti capitalisti ormai piegano i governi e i parlamenti al loro interessi e così suonano la campana a morto del processo democratico. E’ accaduto, per esempio, quando questi giganti hanno imposto che dei veri e propri paradisi fiscali si insediassero dentro l’Unione europea. E non si tratta solo dell’Irlanda. Non dimentichiamo che anche da noi esiste una tassa piatta per quei ricchi che spostano la residenza fiscale in Italia. Questo significa che anche l’Italia sta imparando a diventare paradiso fiscale, come in un grande dumping, un grande gioco a chi ribassa più degli altri. E allora qui torniamo all’urgenza di uno “standard sociale sui movimenti di merci e di capitali”. Uno standard che imponga sanzioni e restrizioni contro chi faccia dumping, salariale o fiscale che sia. Chiaramente, la difficoltà di costruzione di uno “standard” sta nel fatto che ci sono sempre dei paesi che si chiamano fuori. Per esempio, oggi gli Stati Uniti si chiamano fuori da qualsiasi soluzione fiscale coordinata. Ebbene, in tal caso la risposta politica deve essere netta: uno “standard sociale” si costruisce volta per volta con i paesi che ci stanno. E quelli che si chiamano fuori devono subire sanzioni e restrizioni, anche se si tratta degli Stati Uniti d’America. Un compito immane, lo sappiamo, ma per un obiettivo vitale: qui si tratta di salvare quel che oggi resta del processo democratico..” (Emiliano Brancaccio)

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