Il protezionismo di guerra ormai dentro l’Europa

 

il manifesto, 3 ottobre 2024

“..Anche l’allora ministro delle finanze Yanis Varoufakis si concesse il lusso di titubare. A suo avviso, il blocco dei capitali in fuga andava evitato perché altrimenti i greci che possedevano ricchezze «sarebbero stati considerati come poveracci che avevano gli euro ma non erano liberi di usarli come volevano». I poveracci veri, che gli euro non ce li avevano, dovettero quindi sobbarcarsi il peso di una crisi alimentata dalle fuoriuscite di denaro..”

“..Per il ministro degli esteri ungherese i legami commerciali e finanziari con la Russia sono vitali e «l’Ungheria non può permettersi di rinunciarvi». A pensarci bene, sembra la riedizione del tragico dilemma che un decennio fa vide l’Ucraina al bivio tra Ue e Russia, con le autorità europee che insistevano per accordi di cooperazione che di fatto tagliassero fuori le aziende russe. Se l’Ucraina oggi è martoriata da una feroce invasione e da una guerra, lo dobbiamo anche agli accordi commerciali privilegiati su cui noi europei abbiamo insistito all’epoca..”

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