QUALE STRATEGIA DEL CONFLITTO?

La crisi europea accentua il conflitto tra i capitali relativamente piccoli e fragili  dell’Italia e degli altri paesi periferici, e i capitali relativamente più forti della Germania e degli altri paesi centrali dell’Unione. In varie occasioni è sembrato che Beppe Grillo intendesse dare al Movimento Cinque Stelle una connotazione sovranista, nazionale, critica verso l’euro e favorevole a misure protezioniste. Questa strategia, per più di un verso inedita, consentirebbe al M5S di incunearsi tra le faglie del conflitto tra capitali europei, e a date condizioni potrebbe anticipare gli snodi futuri della crisi della moneta unica. Più di recente, però, Grillo ha adottato una strategia più convenzionale, basata sull’obiettivo di alimentare un conflitto tra i cosiddetti lavoratori “garantiti” e i lavoratori precari. Ma questa linea d’azione è stata già largamente praticata in questi anni: essa ha determinato solo una erosione generalizzata dei diritti e dei salari e nessun vantaggio in termini di sviluppo e occupazione. Quale di queste due linee d’azione, nuova e vecchia, tenderà a prevalere? Ne discutono Luigi Zingales (University of Chicago), Emiliano Brancaccio (Università del Sannio), Pierluigi Battista (Corriere della Sera), Peter Gomez (Il Fatto Quotidiano), Carlo Freccero (Rai 4). Conduce Corrado Formigli.