“[…] a essere premiate, diffuse e insegnate saranno le teorie che meglio spiegano in maniera “scientifica” e obiettiva che il sistema attuale di produzione e distribuzione della ricchezza (lo status quo) è il migliore dei mondi possibili. In questa prospettiva il premio Nobel non sarebbe che un amplificatore di un pensiero unico ortodosso, al cui interno possono essere ammesse solo alcune variazioni minime che non violino i postulati di base. Per poter sopravvivere all’interno di un sistema accademico così uniformato, anche ricercatori dalle idee radicali e innovative saranno spinti a ricondurre — persino inconsciamente — le proprie teorie a casi “speciali” e aberranti del paradigma neoclassico che implicitamente rimane il punto di riferimento incontestato […]” (Marcello Minenna, Il Sole 24 Ore, 28 febbraio 2020).